I Brutti ma Buoni sono biscotti secchi senza una forma definita, realizzati con mandorle, zucchero, farina e gli albumi delle uova.
Friabili all’esterno e morbidi all’interno, questi dolcetti sono considerati una specialità tradizionale toscana, amati per il loro sapore unico e la loro consistenza irresistibile.
I Brutti ma Buoni, sono semplici da fare anche a casa, e possono essere preparati e mangiati in tutti i periodi dell’anno.
Oggi, la ricetta dei brutti ma buoni è apprezzata non solo in Toscana, ma anche in molte altre parti del mondo, dove viene riconosciuta come un dolce irresistibile. Continua a deliziare le persone con il suo carattere unico e autentico, dimostrando che la semplicità e l’amore per i sapori genuini sono elementi fondamentali nella creazione di prelibatezze indimenticabili.
Dopo questa breve introduzione su questi biscotti alle nocciole dalla forma irregolare, continuando nella lettura dell’articolo, troverete tutte le indicazioni e i consigli per preparare passo passo la ricetta a casa, ma anche la storia e le curiosità della ricetta toscana.
Sommario:
Storia e curiosità sui Brutti ma Buoni
La storia dei Brutti ma Buoni affonda le radici nel passato, quando venivano preparati con ingredienti semplici e genuini. I toscani, ed in particolare i pratesi, rivendicano la paternità della ricetta. Li considerano i “fratelli” dei loro famosi cantuccini, i biscotti alle mandorle detti anche “ossi di morto” o “fave dei morti” (trovate un estratto della ricetta Artusi delle Fave di Morto, pooco sotto).
In Toscana però ci sono controversie sul fatto che questi dolcetti siano nati a Prato, poiché anche Lucchesi e Pistoiesi rivendicano l’origine di questi biscotti.
Ad ogni modo tralasciando i campanilismi toscani, molto probabilmente, come riportato su alcuni testi di storia della cucina, i Brutti ma Buoni non hanno origini Toscane ma bensì Piemontesi.
Entrano a far parte della tradizione culinaria toscana, quando alcuni facoltosi fiorentini li importano dal Piemonte a Firenze durante gli anni del XIX secolo in cui questa città era la capitale d’Italia.
Il nome Brutti ma buoni deriva dalla loro particolare forma e aspetto. Durante la preparazione, i biscotti tendono a spianarsi e a formare delle piccole creste e imperfezioni sulla superficie, conferendo loro un aspetto rustico e irregolare. Tuttavia, nonostante il loro aspetto poco attraente, i “Brutti ma buoni” conquistano tutti al primo morso grazie al loro sapore delizioso.
Dopo aver esplorato gli aspetti storici e le interessanti curiosità dietro questa prelibatezza, è finalmente giunto il momento di scoprire come preparare i Brutti ma buoni direttamente nella comodità della tua cucina, seguendo la ricetta originale toscana.
Fave dei morti la ricetta di Pellegrino Artusi
Nell’opera “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene” Pellegrino Artusi, troviamo la ricetta delle “Fave dei Morti“, è la n° 622. Come detto poco sopra nell’articolo, questi dolcetti nati dalla tradizione della Roma antica, venivano preparati e distribuiti al popolo durante i funerali. Fave dei Morti che possono essere considerati i precursori dei nostri Brutti ma Buoni, infatti sono molto simili. Riportiamo di seguito un estratto della ricetta delle Fave dei Morti, estrapolata dal libro di Artusi:
Mandorle dolci, grammi 200. Zucchero a velo, grammi 200. Chiare d’uovo, n. 2. Odore di scorza di limone o d’altro. Per le due prime sbucciate le mandorle e pestatele collo zucchero alla grossezza di mezzo chicco di riso.
Mettetele in mezzo alla farina insieme cogli altri ingredienti e formatene una pasta alquanto morbida con quel tanto di rosolio o d’acquavite che occorre. Poi riducetela a piccole pastine, in forma di una grossa fava, che risulteranno in numero di 60 o 70 per ogni ricetta. Disponetele in una teglia di rame unta prima col lardo o col burro e spolverizzata di farina; doratele coll’uovo.
Cuocetele al forno o al forno da campagna, osservando che, essendo piccole, cuociono presto. Per la terza seccate le mandorle al sole o al fuoco e pestatele fini nel mortaio con le chiare d’uovo versate a poco per volta.
Aggiungete per ultimo lo zucchero e mescolando con una mano impastatele. Dopo versate la pasta sulla spianatoia sopra a un velo sottilissimo di farina per poggiarla a guisa di un bastone rotondo, che dividerete in 40 parti o più per dar loro la forma di fave che cuocerete come le antecedenti.
Ricetta Brutti ma Buoni
Tempo Preparazione | 15 minuti |
Tempo Cottura | 40 minuti |
Tempo Totale | 55 minuti |
Difficoltà | facile |
Costo | basso |
Dosi | 8 persone |
Ingredienti
- 6 albumi
- 500 gr. di zucchero
- 80 gr. di nocciole
- 80 gr. di mandorle
Preparazione
Iniziate separando sei albumi e sbatteteli a neve utilizzando una frusta. Aggiungete quindi almeno 500 grammi di zucchero e continuate a montare fino a ottenere un composto omogeneo e cremoso.
Tritate ora finemente 80 grammi di mandorle e nocciole avellane tostate. Se volete tostare a casa le nocciole e le mandorle trovate il procedimento da seguire in questo articolo nelle sezioni “Tostare le nocciole” e “Tostare le mandorle”
E’ arrivato il momento di preparare l’impasto. Mettete il composto di albumi e zucchero sul fuoco a bagnomaria e fatelo riscaldare finché diventa denso.
Prendete un cucchiaio e usatelo come misurino per disporre piccole porzioni dell’impasto su una teglia leggermente unta con burro ed infarinata.
Passiamo quindi alla cottura, usando il forno statico preriscaldato. Preriscaldate il forno a calore moderato, non oltre i 140 gradi. Mettete i biscotti in forno e lasciateli asciugare più che cuocere, per circa 40 minuti. Questa è la fase cruciale della preparazione. Sfornate quindi i biscotti e lasciateli raffreddare completamente sulla teglia prima di rimuoverli.
I vostri Brutti ma buoni sono pronti. Se avete seguito alla lettera questi semplici passaggi, i dolcetti risulteranno friabili all’esterno e morbidi all’interno, pronti per deliziare il palato di chiunque li assaggi!
I nostri consigli
Quando la cottura dei vostri Brutti ma buoni è terminata, potete aromatizzarli a vostro piacimento, utilizzando la cannella, la vaniglia, la buccia di arancia o limone, ma anche con liquori come menta, Strega o sassolino.
Per una varietà di gusti, il consiglio è di dividere l’impasto in porzioni e personalizzarle con diversi aromi. In questo si otterranno biscotti unici e appaganti per soddisfare ogni palato.
L’ultimo consiglio che vi diamo è come potete conservare i brutti ma buoni; il miglio metodo è conservali a temperatura ambiente utilizzando un contenitore ermetico o in una scatola di latta per mantenerli freschi.