Campiglia Marittima, cosa vedere. La guida

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Campiglia Marittima, è un antico borgo medievale in Val di Cornia, provincia di Livorno, immerso nel  verde della Maremma livornese. Consigliare cosa visitare a Campiglia Marittima non è facile, sono molti i monumenti gli antichi palazzi e i luoghi immersi nella natura del territorio del borgo di Campiglia, che vale la pena vedere.



Per aiutare chi decide di passare una vacanza a Campiglia abbiamo creato una guida al borgo medievale, composta da articoli dedicati alla storia, alle tradizioni ai luoghi più belli, e alla campagna circostante.

Indice della guida su Campiglia Marittima

  1. Campiglia Marittima, cosa vedere
  2. La Rocca di San Silvestro
  3. Campiglia Marittima: pirati e corsari, fatti storici e leggende popolari

Di seguito puoi leggere il primo articolo dedicata alla storia di Campiglia Marittima, dei suoi monumenti ed edifici storici.

Cenni storici e morfologia urbana di Campiglia

Situata sulle pendici occidentali del Monte Pitti in Val di Cornia, nella Costa degli Etruschi, il Comune di Campiglia sembra dovere la sua denominazione alla particolare natura del terreno sul quale sorge, essendo questo un campus pilae, luogo caratteristico per la presenza di polle d’acqua e pozze.

Il Repetti nel suo Dizionario storico della Toscana ritiene invece che tale nome debba facilmente ritrovarsi nella riduzione campestre di Monte Pitti, opinione non disprezzabile, se il monte sulla schiena del quale posa Campiglia, portasse quel nome. Probabilmente il Repetti durante le sue indagini deve aver letto Monte Pilli, invece che Monte Pitti, e comunque anche questo si trova a qualche distanza da Campiglia.

Tradizionalmente ritenuta uno dei più antichi castelli medievali appartenuti alla famiglia della Gherardesca, la sua fondazione è stata fatta risalire all’VIIl sec, anche se la sua esistenza è realmente documentata solo a partire dall’ anno 1004, quando una metà fu data in dotazione dal Conte Gherardo II al monastero benedettino di S. Maria di Serena, da lui fondato nella diocesi di Populonia.



La rimanente parte venne donata al monastero di S. Giustiniano Falesia in Piombino, secondo quanto attesta una bolla pontificia datata 22 aprile 1138 ed inviata da Innocenzo III a Gherardo della Gherardesca, abate del Monastero.

Il 22 Gennaio del 1158 l’abate e i monaci della Badia di Serena rinunciarono alla parte di Campiglia in loro possesso cedendola all’arcivescovo di Pisa Villano, mentre sul territorio piombinese l’influenza pisana si sostituiva a quella del monastero di Falesia.

Nel 1191 Campiglia passò nell’orbita del Comune di Pisa per volontà dell’imperatore Enrico IV, che effettuò una serie di cessioni territoriali a favore di quella città, col chiaro intento di premiarla per l’indirizzo filoimperiale della sua politica. Dal 1284 è attestata la presenza di un capitanato pisano nel castello di Campiglia, scelto evidentemente come presidio militare adibito al controllo e alla difesa del territorio circostante.

Venduta nel 1339 a Gian Galeazzo Visconti da Gherardo d’Appiano, signore di Pisa, Campiglia restò sotto il dominio della casa milanese sino al 1404, anno in cui venne ceduta ai fiorentini insieme al rimanente contado pisano. Fallito il tentativo di rivolta dell’anno 1431 contro l’autorità medicea, le sorti di Campiglia si legarono definitivamente a quelle di Firenze.

Il centro storico di Campiglia Marittima

Il centro storico di Campiglia si estende sui due colli della Rocca e del Poggiame; la morfologia dell’abitato segue le curve di livello delle due alture. Presumibilmente il nucleo originario è quello disposto sulle pendici del colle dove è situato il presidio militare.

Il centro storico di Campiglia Marittima
Il centro storico di Campiglia Marittima

I tre quarti della cinta originaria, che doveva racchiudere solo questo primo insediamento, sono rimasti inglobati nelle mura più tarde, mentre la parte rimanente deve essere stata demolita durante l’espansione dell’abitato verso sud-est. In questa zona infatti, l’andamento delle strade e degli edifici sembra indicare, ancora, il più antico tracciato.

La cinta muraria è caratterizzata da un perimetro irregolare, scandito da cinque torri e da quattro porte d’accesso. In origine inglobava otto baluardi e cinque porte:

  1. la Porta di S.Antonio, o Fiorentina;
  2. la Porta al Pozzolungo, o Pisana: la Porta di Levante, o Porticciola crollata nel dopoguerra;
  3. la Porta a Mezzogiorno, o Porta a Mare;
  4. la Porta a Ribellino.

Il dominio esercitato da Pisa fino al 1406 fornì alcuni modelli tipologici e costruttivi all’edilizia residenziale di Campiglia. Infatti, gran parte delle facciate dei palazzi rivelano aspetti tipici delle case pisane, ovvero solidi pilastri di base, costruiti con pietre squadrate e collegate da archi tamponati in muratura o in legno.

Pinata di campiglia

Di memoria medievale sono anche le aperture delimitate da semplici cornici in pietra serena che, al pianoterra di alcuni edifici, dovevano servire come “vetrine” di botteghe artigiane.

La chiesa di San Giovanni

Un accenno deve esser fatto per la chiesa di San Giovanni che costituisce un significativo esempio di architettura romanica in Toscana.

Una bolla pontificia del 1075, indirizzata da papa Gregorio VII a Guglielmo, vescovo di Populonia, menziona una chiesa di S.Giovanni, situata tra il Vico Montanino e il Gualdo del Re:6 poiché l’edificio attuale risale al sec. XII, come documentato dalla lapide situata presso l’ingresso principale, è ipotizzabile che esistesse in precedenza un’altra chiesa, intitolata allo stesso santo. A sostegno di questa ipotesi Peleo Bacci menziona alcuni frammenti erratici, oggi conservati nel palazzo pretorio e da lui ritenuti appartenenti all’arredo di un antico edificio ecclesiastico.
Si ritiene che la chiesa sia stata l’originaria pieve di Campiglia sia per la sua posizione “extra moenia”, propria degli edifici pievani, sia per l’estensione del camposanto che la circonda, altra caratteristica tipica delle pievi.

L’edificio fu restaurato nel 1630 da Andrea Papponi, venne rifatto il tetto: 3 anni dopo il Dott. Luca Pro ebbe una eredità dal prete Piero Cavalcanti a condizione che creasse un beneficio di 300 scudi, nella chiesa di S. Giovanni.
Un successivo progetto di restauro, elaborato nel 1888, non venne realizzato perché giudicato

… ispirato ad un criterio di rifacimento più che di conservazione e consolidamento dell’edificio…

Sottoposta a lavori di riparazione nel 1901, la chiesa fu nuovamente restaurata negli anni a Sessanta e Settanta del ‘900, con lavori che interessarono le strutture murarie interne, la pavimentazione, l’esterno della navata, del transetto e dell’abside, contemporaneamente si decise di rimuovere tutte le epigrafi funerarie addossate alle pareti dell’edificio.

La Chiesa di San Giovanni - Campiglia Marittima
La Chiesa di San Giovanni – Campiglia Marittima

Il Palazzo Pretorio

Il Palazzo Pretorio rappresenta un altro edificio assai importante per la storia della comunità di Campiglia. L’edificio ha pianta poligonale, irregolare ed è articolato su due piani sfalsati: uno sull’attuale via Cavour, l’altro sullo slargo sovrastante, all’imbocco di via Vecchio Pretorio.

La facciata sulla via Cavour mostra gli stemmi dei Capitani del Popolo e accoglie al piano terra due ampi archi in pietra, impostati su di un pilastro; i piani superiori sono scanditi da finestre di foggia moderna. Lateralmente, sulla destra, è la torre dell’orologio, coronata da un campanile a vela.

L’iscrizione corrente sull’imposta degli archi situati al piano terra della facciata di via Cavour ricorda che il nucleo primitivo dell’edificio fu costruito nel 1214; lo stato odierno tuttavia non corrisponde a quello originale, ma è il risultato di numerosi interventi, effettuati nell’arco di vari secoli. Indispensabile per la ricostruzione delle principali tappe espansive del Palazzo è il testo di Isidoro Falchi, secondo cui l’edificio:

… In antico era ben differente dall’attuale. Era ad un solo piano, teneva la sua porta principale dalla parte ove tuttora vedonsi gli stemmi dei Capitani, che vi hanno abitato dall’anno 1406, in cui Campiglia cadde sotto la Repubblica Fiorentina. quella era la sua antica facciata, sostenuta (la due grandi archi di pietra, che formavano un lungo loggiato ove talora tenevasi il gran Consiglio dei Quaranta… .

Più tardi , nel 1591, venne acquistato un edificio adiacente, destinato ad ospitare le nuove carceri, e nel 1639 fu aggiunto al palazzo un “(…) altro casalino (...) per farvi la cancelleria e per potere conservare i libri della Comunità…” (si tratta forse dell’edificio vistosamente addossato al fianco sud-est del Pretorio).
E’ probabile inoltre che ulteriori, significative trasformazioni siano state apportate al tempo delle campagne di restauro, compiute nel 1518 e nel 1639, ancor prima cioè, dei recenti interventi di ristrutturazione.

Palazzo Pretorio - Campiglia Marittima
Palazzo Pretorio – Campiglia Marittima

Come raggiungere Campiglia Marittima



In treno

La stazione ferroviaria di Campiglia Marittima è situata a circa 15 km dal paese nella frazione di Venturina Terme. La stazione si trova sulla linea ferroviaria Tirrenica Genova-Roma, ed è servita da treni Regionali, Regionali Veloci, Intercity e dall’Alta Velocità dei Frecciabianca. Dalla stazione di Venturina è possibile raggiungere il borgo di Campiglia con autobus tiemme.

Tempi medi per raggiungere in treno Campiglia Marittima dalle principali stazioni ferroviare italiane:

  • Da Firenze Santa Maria Novella circa 2h 15m
  • Da Pisa Centrale circa 1h 15m
  • Da Roma Termini circa 3h
  • Da Napoli Centrale circa 5h 30m
  • Da Milano circa 5h 50m

In auto

Campiglia Marittima dista 65 km da Grosseto,  70 km da Livorno,  90 km da Pisa, 150 km da Firenze, 240 km da Roma

  • Da Roma e da Livorno: S.S. 1 Aurelia, uscite Venturina e San Vincenzo Sud
  • Da Firenze: SGC Firenze – Livorno, A11 Autostrada Firenze-Mare e A12 Pisa Livorno Rosignano e S.S. 1 Aurelia

Bibliografia di riferimento

L’articolo è stato scritto facendo riferimento alle seguenti fonti bibliografiche:

E. REPETTI, Dizionario Geografico, fisico, storico della Toscana contenente la descrizione di tutti i luoghi del Granducato, Ducato di Lucca, Garfagnana e Lunigiana, vol. II, Tofani, Firenze 1833-1843, p. 418.

I. FALCHI, Trattamenti popolari sulla storia della Maremma e specialmente di Campiglia Marittima, ristampa anastatica, Forni, Bologna 1974, p. 141.

G. LANDOLFI, Campiglia Marittima guida ai beni storici ed artistici, Belforte, Livorno 1990, p. 19.

E. REPETTI, Dizionario Geografico, cit., vol. I, pp. 419-420.

P. BACCI, Dizionario Geografico, alla voce Campiglia Marittima, Gonelli, Firenze 1910 pp. 54-56.

I. FALCHI, Trattamenti popolari, cit., p. 227.

P. BACCI, Dizionario Geografico, cit., p. 54.

I. FALCHI, Trattamenti popolari, cit., pp. 133-134.

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