Dove fare immersioni e snorkeling sulla Costa degli Etruschi

Ci si arriva solo in barca e si può gettare l’ancora su un fondale di sabbia a pochi metri dallo scoglio. Si può nuotare tutto intorno ed appena immersi con la maschera sarà possibile vedere centinaia di piccoli pesci scuri chiamati Castagnole oltre a decine di specie diverse proprio vicino allo scoglio.

Il Caboto è un piroscafo da carico varato nel Giugno del 1905. Lungo 115 metri e largo 15 con una stazza di 4418 tsl, operava principalmente sulla rotta sulla rotta Venezia – Calcutta.
Viene affondato davanti San Vincenzo, il 22 dicembre 1917 dal sottomarino tedesco UB-49, mentre navigava sulla rotta Calcutta – Genova.
Immergendosi già alla profondità di 40 metri, il relitto è ben visibile che è rimasto in perfetto
assetto di navigazione. Il siluro che lo ha affondato lo ha colpito proprio nel mezzo, dove lo scafo è semiaffondato nel fango del fondale.

Il ponte si trova a circa 68 metri di profondità ed è completamente ricoperto da spugne di mare gialle e grigie. A prua del relitto ancora ben coservato, c’è il cannoncino da 75 mm dove sono presenti numerose ostriche. Poco più avanti c’è incagliata una vecchia rete da pesca, dove rimangono ancora oggi imprigionate molte aragoste.

Verso la poppa della nave sulla murata di sinistra sono presenti scorfani di considerevoli dimensioni, e in un’apertura sullo scafo vive una cernia enorme.

Il Capacitas è una nave da carico italiana varata nel 1920. Lunga 120 metri e larga 16 con una stazza 5371 tsl, era una rinfusiera che operava sulla rotta Genova – Napoli. Viene affondata
davanti San Vincenzo il 30 giugno 1941, dal sommergibile olandese O-23 che gli lancia contro 4 siluri, 3 dei quali vanno a segno e facendo affondare il cargo.

Immergendosi lungo la cima del pedagno data la buona visibilità, già dai 35 metri di profondità. Il relitto è adagiato sulla murata di sinistra a circa 80 metri di profondità ed è circondato da branchi di sardine e da numerosi anthias di colore rosso.
Il relitto è ben conservato infatti è ben visibile il ponte di comando, e le tavole di legno che anche se mal ridotte, rivestono ancora il ponte. Verso prua poco distante dalla coperta c’è un’apertura che permette di entrare nella stiva di carico che è stata invasa dal fango e con le pareti popolate da ostriche.

Il Caccia è un cacciatorpedieniere lungo circa 30 metri risalente alla 2° guerra affondato nel mare davanti a San Vincenzo per motivi che non si conoscono. Il relitto si trova ad una profondita di circa 35 metri; della nave originale è visibile soltanto la poppa, la prua non è ancora stata trovata. L’immersione non è particolarmente impegnativa, e quando ci si avvicina al relitto si possono vedere molti armamenti che trasportava, come bombe di profondità (una ben visibile ancora montata sul carrello di sgancio a poppa),siluri e fucili.

Lungo il Caccia sono ben visibili due ingressi dai quali si intravedono fucili e baionette. Sul relitto sono presenti gorgonie che tra i loro rami ospitano alcune “stelle gorgone”, particolari stelle marine con le braccia ramificate. Il relitto è abitato anche da grosse ricciole, aragoste, murene e pesci pelagi.

Il Big Gun è un mezzo da sbarco della Marina Militare Tedesca, affondata nel mare davanti a San Vincenzo per cause sconosciute. L’immersione è semplice e appena ci si avvicina al relitto che giace sul fondo in assetto di navigazione a circa 10 metri di profondità, si vedono molto bene all’interno del relitto, 2 cannoni in buono stato di conservazione. Il relitto è popolato da molti gronghi, polpi vivono alcune 2. La poppa invece è popolata da nudibranchi. Si possono anche vedere delle grosse ricciole, soprattutto durante immersioni notturne.

Il G-32 è un dragamine della Marina Italiana, risalente alla Prima Guerra Mondiale, affondato il Primo Febbraio 1918 davanti alla mare di San Vincenzo, da un siluro sparato dal sommergibile tedesco U80. La nave giace sul fondo in assetto di navigazione a circa 25 metri di profondità. L’immersione è abbastanza semplice e mentre ci si avvicina al relitto si nota l’ottimo stato di conservazione, tranne che per la prua che giace sul fondo a qualche metro di distanza sulla quale però si legge molto bene il nome del battello. Pinneggiando lungo il relitto si può osservare il grande argano a cui è ancora legata, una fune di traino del sistema dragamine.

Sul relitto vivono molte spugne di mare, briozoi ed un grosso grongo lungo quasi 2 metri. Dai vari boccaporti si intravedono anche delle aragoste. Inoltre si possono osservare anche branchi di lecce e alcune ricciole.

Il Klaus è un mezzo da trasporto tedesco risalente ai primi anni del ‘900 affondato davanti alla costa di San Vincenzo per cause sconosciute. Il relitto giace rovesciato a circa 30 metri di profondità. L’immersione è abbastanza semplice, e avvicinandosi al relitto si vedono subito le sue 3 grandi eliche. E’ possibile accedere a due locali all’interno del relitto, ma è consigliato farlo solo se si è sub esperti. Le lamiere dell’imbarcazione sono popolate da polpi e stelle marine di vari colori, e da un grosso grongo di due metri. Sul fondo nei dintorni del battello si possono vedere anche vari resti del carico che trasportava.

Il punto di immersione si trova all’altezza degli scogli della punta nord del Golfo di Baratti, a qualche centinaio di metri dalla costa. Da quì parte l’immersione che giunge ad un fondale di circa 28 metri, con gli scogli sul fondo ricchi di corallo rosso, posedonie, ricci, murene, nudibranchi, spugne di mare di vari colori.

Il Caligola è una draga lunga 30 metri e larga circa 6 metri, affondata nei pressi di una cigliata di roccia, nel Goflo di Baratti negli anni ’60 del ‘900 a causa di una tempesta. Il relitto giace sul fondale sabbioso a 27 metri di profondità. Della draga è rimasto solo il castello di poppa. I resti del Caligola sono popolati da gronghi, astici, polpi e stelle marine di vari colori. Negli anfratti della cigliata di rocce si possono anche ammirare antiche anfore romane.

L’immersione è semplice con una profondità che va dai 5 ai 15 metri, con assenza di correnti e acqua cristallina. Il luogo è ideale anche per praticare  snorkeling. Sul fondale composto da scogli, sono visibili alcuni reperti archelogici di epoca romana. Il luogo è popolato da seppie, triglie di sabbia e scoglio, astici, saraghi, muggini, pesci pelagi, castagnole, orate, spigole, occhiate, stelle marine, murene, gronghi e polpi.